Ci troviamo a Monticello d’Alba, un borgo medievale situato al centro del Roero.
Fra le bellezze degne di nota del comune sicuramente annoveriamo il Castello dei Roero, il Museo Etnografico e le due le chiese dedicate a San Ponzio. La prima, nel centro medievale del borgo, è l’attuale chiesa parrocchiale, ed è dedicata al Ponzio soldato martire della Legione Tebea. La seconda (Cappella di San Ponzio Diacono) è situata leggermente fuori dalla cittadina, nel cimitero, dove un tempo sorgeva l’originario centro abitato. Al suo interno conserva gli affreschi più antichi del Roero, parte del progetto Sentieri dei Frescanti.

Un’altra bellezza degna di nota la incontriamo passeggiando per le deliziose stradine di Monticello: proprio nella zona sottostante il Castello, di fronte al Municipio del Paese si incontra la meravigliosa opera monumentale ideata e realizzata nel 2018 dall’artista Albese Valerio Berruti e inaugurata il 5 aprile 2019. Si tratta dell’opera “Frammenti”: circa 100 bassorilievi in cemento armato e smalto alti 2 metri che ricoprono una parte del muro di cemento armato che sostiene la rocca del capoluogo monticellese.

L’opera è incentrata sull’idea di frammentazione dell’essere umano, sull’unicità e sulla peculiarità di ognuno di noi. Il progetto, rivoluzionario e sperimentale, è stato voluto dalla fondazione CRC e sostenuto con la prima edizione del “Bando distruzione”: un’iniziativa dedicata a promuovere il miglioramento del contesto urbano e paesaggistico della provincia di Cuneo attraverso azioni di demolizione, mitigazione ed eliminazione.
Nel progetto ho pensato a qualcosa che potesse essere d’istruzione” – dichiara Valerio Berruti – “così, ho realizzato un’opera che ha a che fare con la land-art, ma anche con la cura del bene pubblico. Avrei potuto ricoprire l’intero muro, ma ho preferito farlo solo per metà: il resto lo farà l’edera, fino a lambire o ricoprire la mia opera.
Se nei prossimi anni i cittadini di Monticello avranno cura di potare l’edera, le formelle resteranno visibili a tutti. Altrimenti, saranno soffocate da rami e foglie. In qualche modo il mio lavoro è un segnale d’allarme per un atteggiamento oggi troppo diffuso, per cui ciò che è pubblico viene bistrattato.”

I cento personaggi di Berruti non ricoprono infatti l’intero muro, ma solo una sua porzione. L’opera è parte di uno spazio vivo, in costante interazione con gli agenti atmosferici e soprattutto con l’edera, da anni vera “proprietaria” di questo spazio, che l’artista non ha voluto sfrattare.
La figura umana viene declinata nel suo aspetto più minimale e puro, scevro da ogni caratterizzazione che possa contestualizzare il periodo storico a cui appartiene. Alla base dell’intento poetico di Valerio Berruti risiede proprio la frammentazione dell’essere umano, l’unicità e la peculiarità di ognuno di noi, ma soprattutto l’infanzia come metafora della vita.
Le figure rappresentate sono tutte diverse, tutti si possono identificare in queste forme, non c’è l’ansia del futuro, del nuovo e neanche il sentimento di sentirsi minacciati dal presente: tutto può ancora succedere, proprio come durante l’infanzia.
La bellezza dell’arte ha saputo ricoprire di poesia una parte storica, il muro di sostegno, che era tecnicamente utile, ma non creava armonia con il panorama.
Un’opera diventata oggi parte degli elementi di attrazione di Monticello d’Alba e che contribuisce a trasmettere il messaggio di accoglienza in un luogo speciale ed unico, un luogo dove è bello vivere.

L’artista: Valerio Berruti
Valerio Berruti è nato ad Alba nel 1977. L’artista utilizza l’antica tecnica dell’affresco, la scultura e la video-animazione per creare immagini essenziali, ispirate al mondo sospeso dell’infanzia: il momento della vita in cui tutto deve ancora avvenire. Nel 2009 ha partecipato alla 53esima Biennale di Venezia, dove ha presentato un video animazione, con la musica di Paolo Conte, composta da 600 disegni affrescati. Nel 2011 il suo video Kizuna, esposto al POLA Museum di Tokyo con la colonna sonora appositamente scritta da Ryuichi Sakamoto, è diventato un progetto benefico per la ricostruzione del Giappone dopo il terremoto.
L’anno successivo ha vinto il premio internazionale Luci d’artista e ha creato un’opera permanente di land-art alla Nirox Foundation di Johannesburg. Nel 2018 ha realizzato il cortometraggio La giostra di Nina, una favola contemporanea sottolineata dalla musica appositamente composta da Ludovico Einaudi.