Tinche e Fiori di Loto sulla piana del Roero, ai bordi di un bosco antico

Il territorio del comune di Ceresole d’Alba è abitato sin dalla preistoria. I terreni argillosi e umidi circostanti hanno favorito la formazione di centinaia di laghetti artificiali chiamati peschiere o tampe: preziosa riserva d’acqua per l’uomo e per la fauna e flora locale, fra le quali spiccano rispettivamente la celebre Tinca Gobba e il Fior di Loto (cascina Gallina, Frazione Cappelli).
La fascia boschiva di Ceresole è ciò che resta dell’antica Silva Popularis, un enorme bosco che si estendeva fra Bra e Pralormo: la stessa Ceresole fino all’XI secolo era chiamata curtem Cerisole de bosco.

La piana di Ceresole d’Alba ha vissuto una storia tormentata di terribili scontri militari, soprattutto nel Cinquecento e Seicento fra le armate francesi e quelle imperiali: nel 1544 la Battaglia di Ceresole segnò l’inizio di devastazioni che flagellarono il territorio per quasi due secoli, segnandolo con numerose distruzioni dell’abitato, scorribande di soldati, saccheggi di mercenari, sciagure e pestilenze

Degno di nota a Ceresole d’Alba il Castello del XIII secolo, la chiesa dei Disciplinanti di San Bernardino, la chiesa della Madonna dei Prati, la chiesa di Sant’Antonio Abate, le parrocchiali di Beata Vergine Assunta e di San Giovanni Battista, il Santuario della Madonna della Rosa e le Sale del Comune di Ceresole d’Alba, che ospitano i preziosi affreschi tratti dall’antica Cappella del Buontempo e risalenti al Sedicesimo secolo.

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